Onorevoli Colleghi! - Obiettivo della presente proposta di legge è fare luce sulla sorte di migliaia di italiani (comunisti e no) emigrati nell'Unione Sovietica negli anni del «comunismo reale» e dei quali non si è saputo più nulla.
      In un arco di tempo compreso tra la prima metà degli anni Venti e la fine degli anni Sessanta ci fu un «esodo» di migliaia di persone per le quali la rivoluzione d'ottobre costituì un forte richiamo ideologico. Si trattò di europei di varie nazionalità, comunisti e no, tra cui, appunto, molti italiani; migliaia di loro non tornarono più in Italia e solo negli anni compresi tra il 1991 e il 1993 si è saputo che molti di loro sono stati fucilati o sono morti nei gulag. Di migliaia di altri, appunto, non si è saputo più nulla.
      L'apertura degli archivi di Mosca, avvenuta dopo il dissolvimento dei regimi comunisti dell'Europa dell'Est e il conseguente collasso dell'ex Unione Sovietica, ha aperto scenari sino ad ora rimasti oscuri sulla sorte di migliaia di nostri connazionali.
      Sulla base dell'accesso a diversi documenti, alcuni lavori giornalistici riferiscono di oltre 1.000 italiani fucilati, e molti di più risulterebbero deportati nei

 

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gulag da dove, spesso, non hanno più fatto ritorno.
      Oltre a questi, è doveroso ricordare anche le decine di migliaia di prigionieri italiani della seconda guerra mondiale che furono avviati ai campi di lavoro e lì furono tenuti anche dopo la cessazione delle ostilità, fino alla loro morte.
      Questi dati emergono da vari libri scritti sull'argomento, che non lascerebbero dubbi sulla circostanza che il regime comunista sovietico di Stalin ha perpetrato un vero e proprio genocidio di italiani.
      La realtà, infatti, che emerge da verbali di internamenti, condanne e interrogatori conferma l'ampiezza e la dimensione impressionante della tragedia italiana vissuta sotto il regime stalinista e durata, per la fine delle condanne, fino agli anni più recenti. Quali delitti hanno commesso i nostri connazionali per subire queste e altre pesanti condanne?
      La storicizzazione del periodo comunista nell'ex Unione Sovietica permette di esaminare le vicende relative a quel periodo con serena obiettività e senza il rischio di cadere nell'equivoco di una discussione sull'attualità di tali ideologie, che non riguarda la presente proposta di inchiesta parlamentare.
      Il compito della Commissione parlamentare di inchiesta di cui si chiede l'istituzione non è - e non vuole essere - quello di esprimere valutazioni di ordine politico, bensì quello di compiere accertamenti sulla vita e la morte di migliaia di italiani migrati in terra sovietica che, in molti casi, ancora oggi risultano sconosciute.
      La Commissione di inchiesta avrà dunque la possibilità e il compito di richiedere e acquisire la documentazione contenuta negli archivi delle autorità di Mosca e anche di altri eventuali Paesi dell'Est, nonché di altri archivi italiani, verificarne l'autenticità e vagliarne il contenuto, al fine di chiarire date, nomi ed epiloghi.
      La Commissione, composta da quindici senatori e da quindici deputati, sarà chiamata a concludere i propri lavori entro due anni dalla sua istituzione, con la presentazione al Parlamento di una relazione sull'attività svolta.
 

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